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Questa pagina è parte costitutiva dell'intero progetto: infatti tutto ciò che lo caratterizza, dall'idea iniziale fino al mantenimento, è un discorso intimamente politico irrinunciabile.
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# Perché lo abbiamo fatto
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Le chat di messaggistica istantanea sono ormai qualcosa di irrinunciabile, così per noi si è reso ad un certo punto necessario un ragionamento a riguardo e soprattutto, data la vasta possibilitá di scelta disponibile di programmi e servizi, ci siamo soffermati ad analizzarne i lati positivi e le criticità.
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Perché porsi tanti problemi? Non basta usare uno di quei servizi belli e funzionali che usano tutti senza perdere troppo tempo? Tutti o quasi hanno un'account tra whatsapp, telegram o gtalk, che sono gratis e aperti a tutti.
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Le chat di messaggistica istantanea sono ormai un elemento che fa a tal punto parte della nostra realtà quotidiana, da rendersi per noi necessaria una riflessione specifica a riguardo, politica e tecnica al tempo stesso. In un primo momento ha dominato la volontà di riconquistare la spazialità e l'autonomia compresse nell'utilizzo quotidiano e mainstream di questi servizi, dunque di attuare a rivendicare l'autogestione del servizio, mentre all'atto pratico, di fronte al mare di possibilitá di scelta di programmi e servizi esistenti, ci siamo soffermati ad analizzarne i lati positivi e le criticità.
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Perché porsi tanti problemi? Perché non è possibile accettare di utilizzare uno di quei servizi belli, funzionali e funzionanti che usano tutti senza perdere troppo tempo? Tutti o quasi hanno un'account tra Whatsapp, Telegram o gTalk, che sono gratis e aperti a tutti.
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## Reti un tanto al chilo
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Tra i problemi di queste app "mainstream" ci sono la privacy e l'aggregazione dei (meta)dati da parte del capitale. Ad esempio, queste app accedono alla tua rubrica telefonica per notificare ai tuoi conoscenti che l'hai appena installata, e che adesso puoi comunicare con loro; inoltre le funzioni di questo tipo ti permettono di trovare immediatamente popolata una lista di contatti, anziché dover chiedere di nuovo un ID o un indirizzo alle persone di cui magari hai già il numero di telefono. Per realizzare questo meccanismo, le app delle aziende private che forniscono Telegram, Whatsapp, etc. accedono ai tuoi dati personali (anche se i permessi deve fornirglieli l'utente, che normalmente li concede senza darci troppa importanza) e incrociano gli identificativi utente con i numeri di telefono presenti nella tua rubrica. Oltre all'aspetto più immediato riguardante la privacy, va considerato il fatto che gran parte dei profitti di queste aziende proviene proprio dal confronto incrociato dei metadati e dalla profilazione: la capacità di estrarre valore dai dati deriva proprio dall'asimmetria intrinseca che caratterizza la relazione tra utenti e piattaforma, strutturata in modo tale che siano gli utenti stessi a fornire il 100% delle risorse (ossia le proprie informazioni), mentre godono soltanto di una loro rielaborazione falsata e manchevole. Il modello è lo stesso dei servizi che accedono all'elenco contatti dell'account di posta per ricostruire la rete sociale dell'utente: l'idea alla base è che esiste un'unica rete sociale per ogni individuo, e quest'ultimo può al massimo incrementare il grado di informazione che tale rete trasporta, ma senza mai a crearne una nuova per ogni attività; si tratta di un aspetto centrale dell'intera dinamica, perché normalmente siamo noi stessi, come attori sociali, a costruire settori separati e non necessariamente comunicanti delle nostre reti sociali, settori che costituiscono a tutti gli effetti delle anisotropie, e che vengono totalmente a
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ppiattite in una logica in cui tutte le reti - dai contatti mail, agli amici su facebook, alla rubrica del telefono, al roster di una chat - sono sovrapposte, perché man mano abbiamo aggregato e riorganizzato (gratis!) i dati relativi alle nostre relazioni per metterli a disposizione di qualcun* che saprà trarne il giusto profitto.
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Tra i problemi delle app "mainstream" ci sono la privacy e l'aggregazione dei (meta)dati da parte del capitale. Per esempio, molto spesso queste app accedono alla tua rubrica telefonica per notificare informare i conoscenti del fatto di averla appena installata, per suggerire loro di comunicare con te attraverso quel servizio; le funzioni di questo tipo permettono poi all'utente di trovare immediatamente popolata una lista di contatti, anziché dover chiedere di nuovo un ID o un indirizzo alle persone di cui magari ha già il numero di telefono. Per realizzare questo meccanismo, le app delle aziende private che forniscono Telegram, Whatsapp, etc. accedono ai dati personali (anche se i permessi deve fornirglieli l'utente, che normalmente li concede senza darci troppa importanza) e incrociano gli identificativi utente con i numeri di telefono presenti nella tua rubrica. Oltre all'aspetto più immediato riguardante la privacy, va considerato il fatto che gran parte dei profitti di queste aziende proviene proprio dal confronto incrociato dei metadati e dalla profilazione: la capacità di estrarre valore dai dati deriva proprio dall'asimmetria intrinseca che caratterizza la relazione tra utenti e piattaforma, strutturata in modo tale che siano gli utenti stessi a fornire il 100% delle risorse (ossia le proprie informazioni), mentre godono soltanto di una loro rielaborazione falsata e manchevole. Il modello è lo stesso dei servizi che accedono all'elenco contatti dell'account di posta per ricostruire la rete sociale dell'utente: l'idea alla base è che esiste un'unica rete sociale per ogni individuo, e quest'ultimo può al massimo incrementare il grado di informazione che tale rete trasporta, tuttavia senza mai crearne una nuova per ogni attività; si tratta di un aspetto centrale dell'intera dinamica, perché normalmente siamo noi stessi, come attori sociali, a costruire settori separati e non necessariamente comunicanti delle nostre reti sociali, settori che costituiscono a tutti gli effetti delle anisotropie del nostro mondo interazionale, e che vengono totalmente appiattite in una logica in cui tutte le reti - dai contatti mail, agli amici su facebook, alla rubrica del telefono, al roster di una chat - sono sovrapposte, perché man mano abbiamo aggregato e riorganizzato (gratis!) i dati relativi alle nostre relazioni per metterli a disposizione di qualcun* che saprà trarne il giusto profitto.
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## Riappropriarsi dei (meta)dati
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Puoi pure cifrare tutte le tue mail, ripararti dietro VPN, spendere tonnellate di energie per "disorientare" i meccanismi di data mining, ma rimane il fatto che alla fine ti stai sempre muovendo in una dinamica in cui cedi dell'informazione a un'azienda che ti fornisce un servizio. Le infrastrutture di rete sono sempre migliori e sempre meno costose, e ora è possibile pensare a servizi di reti esposti a partire da connessioni domestiche. L'idea è non solo quella di "proteggersi", ma di riappropriarsi dell'intero processo di gestione e presa in carico dei nostri dati e metadati.
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Ovviamente puoi pure cifrare le tue mail, ripararti dietro VPN, spendere tonnellate di energie per "disorientare" i meccanismi di data mining, ma rimane il fatto che alla fine ti stai sempre muovendo in una dinamica in cui cedi dell'informazione a un'azienda che ti fornisce un servizio. Le infrastrutture di rete sono sempre migliori e sempre meno costose, e ora è possibile pensare a servizi di reti esposti a partire da connessioni domestiche. L'idea è non solo quella di "proteggersi", ma di riappropriarsi dell'intero processo di gestione e presa in carico dei nostri dati e metadati.
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## Operare scelte etiche per il futuro
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Non è difficile immaginare un mondo futuro in cui le aziende che adesso dominano il "mercato" dei servizi web saranno le sole "autorizzate" a fornirli, mentre chiunque non sarà disposto a creare un account o a fornire con assoluta trasparenza dati e metadati sul proprio conto, verrà escluso dalle reti sociali. Già oggi, sempre più aziende assumono o cercano dipendenti su Facebook o LinkedIn, mentre WhatsApp costituisce un mezzo di comunicazione avvallato e dato completamente per scontato in alcuni ambiti della comunicazione sul lavoro, relativa alle attività di svago o nelle interazioni sociali in genere. Non è difficile immaginare che in questo ipotetico mondo futuro, chiunque non sia disposto a sottostare alla dinamica dominate possa addirittura essere considerato un sospetto, quando non addirittura un criminale. Infatti, non curarsi della protezione dei dati personali significa avvallare e riprodurre sino alla completa affermazione una norma sociale, rispetto alla quale chiunque assuma comportamenti volti alla protezione di questi ultimi - come l'utilizzo di Tor, VPN, cifratura, riluttanza all'utilizzo di App mainstream - può essere automaticamente considerato deviante.
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Prendiamo la più rosea e ingenua delle letture della realtà attuale, secondo la quale tutti i dati e le informazioni che forniamo nel corso della nostra vita quotidiana finiscono nelle mani di aziende buone che semplicemente svolgono il loro ruolo nel far "muovere l'economia", la pubblicità mirata è considerata un servizio, mentre la sorveglianza è la premessa indispensabile per la sicurezza realizzata dagli apparati di uno Stato democratico. Anche in questo ordine di idee, non si può in alcun modo escludere che degli stravolgimenti storici possano portare le aziende a considerare il loro profitto sopra il benessere degli utenti, o gli Stati a privilegiare dei meccanismi autoritari di controllo a discapito delle dinamiche democratiche. In quest'ultimo ipotetico scenario, il completo controllo delle informazioni degli individui costituirebbe un elemento storicamente inedito, che potrebbe portare all'esasperazione di dinamiche politiche già osservate nel corso della storia.
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## Ancora sull'accesso alla rubrica (further readings)
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Oltre a fornire un bacino di metadati molto importante per la piattaforma, queste funzionalità di "entra in contatto con gli amici senza dovervi scambiare gli ID" hanno lo scopo di far sentire l'utente "meno solo", più immediatamente parte di una comunità che in questo modo trasmette la sensazione di esistere già nello spazio virtuale, pronta ad accogliere il nuovo utente rispecchiando così fedelmente la dinamica comunitaria dello spazio reale.
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A una prima lettura sembrerebbe che queste funzionalità strizzino l'occhio all'utente principiante/pigro, evitandogli/le un "fastidio" come ad esempio scambiarsi gli ID per poter comunicare con le altre persone; in realtà questa scelta di "coccolare" l'utente non è neutrale perché da una parte offusca delle operazioni su dati sensibili di cui l'utente si trova a non essere consapevole, e dall'altra fornisce una corrispondenza artificiosa e fittizia tra l'orizzontalità che si ha nelle relazioni "dal vivo" e quelle virtuali.
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Oltre a fornire un bacino di metadati molto importante per la piattaforma, le funzionalità di "entra in contatto con gli amici senza dovervi scambiare gli ID" hanno lo scopo di far sentire l'utente "meno solo", immediatamente parte di una comunità che in questo modo trasmette la sensazione di esistere già nello spazio virtuale, pronta ad accogliere il nuovo utente rispecchiando così fedelmente la dinamica comunitaria dello spazio reale. A una prima lettura sembrerebbe che queste funzionalità strizzino l'occhio all'utente principiante e/o pigro, evitandogli/le un "fastidio" come ad esempio scambiarsi gli ID per poter comunicare con le altre persone; in verità, la scelta di "coccolare" l'utente non è neutrale, perché da una parte offusca delle operazioni su dati sensibili di cui l'utente si trova a non essere consapevole, mentre dall'altra fornisce una corrispondenza artificiosa e fittizia tra l'orizzontalità che si ha nelle relazioni "dal vivo" e quelle virtuali.
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Infatti, le comunità umane funzionano - dal punto di vista antropologico - in maniera che potremmo dire federata: la fiducia, la conoscenza, gli scambi etc. si trasmettono attraverso le interazioni sociali in maniera mediata tra individui e gruppi. Questo per dire che una persona della comunità A e una persona della comunità B, si incontrano e stabiliscono una relazione comunicativa spesso mediata dal rapporto tra le comunità e le macro-comunità di cui fanno parte: i membri di gruppi affini per linguaggi, scopi, etc. tendenzialmente negozieranno linguaggi e modalità di interazione derivati da quelle già esistenti tra i gruppi.
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Questo aspetto sembra forse una banalità, probabilmente per il fatto che siamo immers@ da tutta la vita in meccanismi sociali simili da non accorgerci consapevolmente di metterli in atto. Ciò nonostante, questa "pragmatica multiscala" e altri fenomeni (come l'"effetto piccolo mondo") caratterizzano la comunicazione umana, ed è in un certo senso più che naturale che gli umani siano propensi a riprodurre dinamiche simili anche nello spazio virtuale.
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Si presenta dunque il problema della relazione tra queste dinamiche sociali e il mezzo sottostante, nel caso delle comunicazioni digitali particolarmente determinante è l'infrastruttura della piattaforma: una struttura centralizzata (come FB), orizzontale ma offuscata (come TW), peer-to-peer (BitTorrent), etc. già in partenza, in quanto substrato della piattaforma, consentono o impediscono, favoriscono o inibiscono, certi comportamenti e tipi di interazione, determinando così il "carattere" se vogliamo, o "l'atmosfera", delle interazioni tra utenti. - mi sembra che sia un discorso molto ampio sulla funzionalità "share your contacts", ma credo sia solo uno degli aspetti, e forse nemmeno il principale? (: si era una pippa che ci siamo fatt@ in fase di briefing e più che altro era pensata come legante per il punto successivo: il succo della questione politica sta più lì che qui |
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Le comunità umane funzionano - dal punto di vista antropologico - in maniera che potremmo dire federata: la fiducia, la conoscenza, gli scambi etc. si trasmettono attraverso le interazioni sociali in maniera mediata tra individui e gruppi. Questo per dire che una persona della comunità A e una persona della comunità B, si incontrano e stabiliscono una relazione comunicativa spesso mediata dal rapporto tra le comunità e le macro-comunità di cui fanno parte: i membri di gruppi affini per linguaggi, scopi, etc. tendenzialmente negozieranno linguaggi e modalità di interazione derivati da quelle già esistenti tra i gruppi. Questo aspetto sembra forse una banalità, probabilmente per il fatto che siamo immers@ da tutta la vita in meccanismi sociali simili da non accorgerci consapevolmente di metterli in atto. Ciò nonostante, questa "pragmatica multiscala" e altri fenomeni (come l'"effetto piccolo mondo") caratterizzano la comunicazione umana, ed è in un certo senso più che naturale che gli umani siano propensi a riprodurre dinamiche simili anche nello spazio virtuale.
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Si presenta dunque il problema della relazione tra queste dinamiche sociali e il mezzo sottostante, nel caso delle comunicazioni digitali particolarmente determinante è l'infrastruttura della piattaforma: una struttura centralizzata (come FB), orizzontale ma offuscata (come TW), peer-to-peer (BitTorrent), etc. già in partenza, in quanto substrato della piattaforma, consentono o impediscono, favoriscono o inibiscono, certi comportamenti e tipi di interazione, determinando così il "carattere" se vogliamo, o "l'atmosfera", delle interazioni tra utenti. |
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